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Effrazione


I metodi impiegati dai ladri per praticare le effrazioni sono inquadrabili in tre tipologie: La più empirica e rozza è sicuramente la forzatura del battente, ovvero dell’anta, e viene effettuata a mezzo di una leva, di norma rappresentata dal classico piede di porco. E’ di gran lunga la più invasiva e in buona parte dei casi danneggia in modo visibilmente insanabile la struttura della porta o del serramento. In questo caso il malvivente comincia inserendo una estremità appuntita o appiattita della leva fra il battente e il telaio e procede spingendo, o tirando, verso il senso di apertura. La struttura si deforma sotto la spinta esercitata dall’effetto leva, fino far sgusciare i catenacci dal loro alloggiamento, oppure fino a lacerarne il riscontro sul telaio. Da questo genere di attacchi ci si difende piuttosto facilmente, per esempio utilizzando porte ben strutturate e certificate in una classe di elevata resistenza al collaudo antieffrazione. (vedi articolo: Classe 4 antieffrazione).

La seconda tecnica invece, vede come obbiettivo l’attacco diretto portato alla sola serratura, dove lo scassinatore impiegherà attrezzi appena più specifici, ma comunque non sofisticati, che andranno dal trapano allo scalpello, dalla mazzetta alle cesoie. In questo contesto l’azione tende sempre ad aggirare o a strappare il sistema di riferma, per raggiungere e liberare il carrello dei catenacci e farli quindi arretrare “manualmente” senza l’uso della chiave. Questa tecnica non danneggia necessariamente in modo irreparabile la porta. Per proteggere la serratura da questo tipo di scasso vengono adottare piastre in metalli particolarmente resistenti, frapposti tra la serratura e il piano esterno della porta, oppure si possono trovare già insite nella serratura stessa. Ci sono anche altri accorgimenti di cui ho già fatto cenno nell’articolo: Attacchi e Difese.

Il terzo ed ultimo dei metodi per praticare una effrazione, è quello che definiamo di manipolazione con destrezza. Per ovvie ragioni questo genere di manovre è più tipico dei ladri esperti di serrature e viene messo in atto con attrezzi perlopiù di fabbricazione artigianale, assolutamente dedicati a quel preciso scopo. Nella maggior parte dei casi esige una certa abilità e una buona dose di allenamento, ma, soprattutto, una approfondita conoscenza dell’articolo da manipolare. L’attacco consiste, in buona pratica, nel“decodificare” la combinazione della riferma o serratura ottenendo la sua rotazione ed apertura, pur senza l’uso della specifica chiave, e senza lasciare tracce di scasso. Di solito non compromette nemmeno il funzionamento della serratura stessa. Per difendersi da quest’ultimo e più subdolo illecito, è indispensabile aggiornare il sistema di riferma periodicamente. In altre parole, bisogna cambiare più spesso la serratura. Infatti, aggiornando  la serratura con articoli via via sempre più nuovi ed evoluti, si riduce enormemente l’eventualità che questi siano già noti ai malviventi e che costoro siano già attrezzati per manipolarli.


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