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Serrature “anti acido” e Aperture “con l’acido”

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Aggiornamento: 31 gen

“Serrature anti acido” e Aperture “con l’acido”

Di seguito, riporto la sintesi di una breve e basilare analisi condotta su uno dei rari dispositivi a cilindro europeo disponibili, che sarebbero stati aperti utilizzando la cosiddetta “tecnica dell’acido”.

Rari, in quanto rappresentano una percentuale estremamente ridotta rispetto al totale delle effrazioni perpetrate ai danni delle serrature installate sulle nostre porte.

Analizzando il dispositivo con attenzione, si nota che lo stato generale di ossidazione e corrosione (ben visibile nelle foto) prodotto dall’attacco non è correlato alle ragioni tecniche e meccaniche necessarie per portare all’apertura del cilindro. Infatti, nessun processo di ossidazione o corrosione, per quanto grave e profondo, può eliminare esclusivamente gli elementi di chiusura di un dispositivo senza, al contempo, compromettere o danneggiare l’intera struttura, rendendola quindi inutilizzabile. Dunque addirittura “inapribile”. Pertanto, non è un “acido” ad aver svolto il ruolo determinante nell’apertura, bensì qualcos’altro.

Osservando inoltre la precisione con cui il cilindro è stato lavorato, nelle porzioni interessate dall’effrazione (visibili nei video in endoscopico), si può dedurre che il lavoro è stato eseguito utilizzando “utensili” specificamente progettati per una precisa lavorazione dei metalli. In particolare, l’aspetto delle superfici lavorate (nonostante l’ossidazione) risulta, per la sua perfezione, compatibile con quello derivante dall’impiego di tecnologie riconducibili all’elettroerosione, in questo caso, eseguita presumibilmente a mano libera.

In sintesi: nessun acido - che per forza di cose agirebbe in modo indiscriminato su tutte le parti con cui entra in contatto - può aprire nessuna serratura! L’agente - quasi certamente liquido, ossidante, corrodente o altro - che lascia tutte le tracce più evidenti del suo passaggio nel campo d’azione (quelle che di fatto stanno spaventando maggiormente l’opinione pubblica in forza del loro aspetto terrificante), potrebbe essere soltanto un “coadiuvante”, utile o necessario all’impiego dell’utensile vero e proprio: quindi un refrigerante; un conduttore; un catalizzatore o altro, che consente all’utensile di lavorare sul cilindro della serratura in maniera oculatamente invasiva. Qualcosa di più innovativo e silenzioso di un trapano o di una fresa, ma che persegue i medesimi scopi.

Alla luce di quanto esposto e sulle basi delle analisi messe a corredo, suggerisco ai consumatori di diffidare di coloro che, presentandosi in qualità di tecnici o esperti di serrature, caldeggiano verosimilmente “soluzioni contro le “aperture con l’acido”, in quanto è evidente che non hanno mai analizzato approfonditamente il fenomeno e, quindi, non sanno in concreto da che cosa dovrebbero difendervi.

Ma sanno benissimo quello che vogliono vendervi.

Davide Boschi

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