SERRATURE A LEVE O SERRATURE A DOPPIA MAPPA?
La grande famiglia delle "serrature a leve" viene ormai identificata in modo generico con quella delle "serrature a doppia mappa" delle porte di casa, per quanto, quest'ultime, siano soltanto una piccola parte dell'intera e lunga "stirpe" alla quale appartengono. Volendo fare un minimo di chiarezza su questo vasto e articolato argomento dobbiamo però, per forza, partire da molto lontano. I primi "embrioni" di congegni per serrature, infatti, fecero la loro comparsa già in tempi storici lontanissimi. Le loro remote origini affondano addirittura nell'antico Regno d'Egitto per evolvere in seguito verso i primi prototipi meccanici del Nuovo Regno e dell'Impero Romano. Lentamente, nell'alto e medio evo, vediamo comparire sulle parti terminali delle chiavi i tratti riconducibili alla presenza di vere e proprie mappe cifrate, atte a sollevare, mettere in combinazione e trascinare, meccanismi composti e rifermati da leve, molle o dispositivi simili. Ma sarà più tardi, in pieno rinascimento, che incontreremo i veri e propri "genitori" delle nostre attuali serrature a leve che, dal 1700 in poi, si svilupperanno e perfezioneranno a tal punto da diventare forse i più famosi congegni di chiusura della storia, fra quelli azionati da una chiave. Oggi, se vogliamo fare il punto della situazione (e per ragioni tutt'altro che convenzionali), dobbiamo suddividere le serrature a leve in almeno tre principali gruppi di appartenenza, con: congegno "a mappa"; congegno "a doppia mappa vera"; congegno "a doppia mappa falsa".
Per non addentrarci troppo nei meandri meccanicistici, "funzionalistici" e storici, magari comprensibili solo agli addetti ai lavori, eviteremo di entrare nelle tante specifiche relative ai succitati gruppi, quali quelle che riguardano le chiavi "femmina" o "maschio", speculari o simmetriche; quelle che comprendono le "leve a cremagliera", a ingranaggi o a dischi; quelle che attengono alle categorie d'impiego "per cassaforte" o "per porta" e altro ancora, concentrandoci solo sulle peculiarità principali delle tre diverse tipologie di congegno. I principi di funzionamento che accomunano queste serrature, tutte a leve, sono dunque i medesimi, come il loro albero genealogico lascia chiaramente intendere, ma sono i rami e i ramoscelli, cresciuti nel corso della storia, a fare le attuali e sostanziali differenze… E sono proprio quelle differenze di cui non tiene nessun conto l'indiscriminata (a tratti truffaldina) campagna commerciale che addita le serrature a doppia mappa come "facilissime da aprire", come "non più sicure". Parlo di quella campagna fatta di depliants e pagine internet dove campeggiano crocette rosse (quasi ad aborrirle) sulle chiavi con le alette dentellate, proponendo in alternativa ad esse il comando per serrature "a cilindro Europeo" (badate che si tratta principalmente di una trovata commerciale che, nell'offerta del mercato reale, molto spesso non sottende affatto ad un vero e proprio incremento della sicurezza…)
La serratura "a mappa" è caratterizzata dalla presenza di un congegno che viene azionato da una chiave a mappa singola, cioè munita di una sola aletta, più o meno dentellata, dove le altezze dei vari denti corrispondono al posizionamento corretto delle leve all'interno della serratura. Con la rotazione della chiave propria le leve andranno a disporsi nella "fase di apertura", consentendo al carrello dei catenacci di avanzare o arretrare, a seconda che si stia chiudendo o aprendo la serratura. Infatti, almeno uno dei dentini della chiave è sempre deputato al trascinamento del carrello mentre gli altri provvedono - contemporaneamente - a mettere in combinazione corretta il pacchetto di leve, che mantiene "normalmente" chiuso il congegno. Nel caso della mappa singola, dunque, la combinazione è una sola, cifrata su quella singola aletta, che torna a ripetersi ad ogni rotazione completa della chiave (un giro di 360°) in base al numero di mandate per le quali la serratura è stata concepita e costruita. La vediamo in chiaro, questa combinazione, sulla dentatura (cifratura) della chiave, poiché "descritta" esattamente nelle altezze dei suoi denti. Il numero di leve, nella serratura "a mappa", può variare da un minimo di una fin oltre alle dieci (in media vanno da tre a sei), in base alla complessità della combinazione che il costruttore ha voluto ottenere. Va detto che la difficoltà nel manipolare tale congegno, ovvero cercare di aprirlo senza le chiavi proprie e senza danneggiarlo o distruggerlo, non è direttamente proporzionale al numero di leve che lo compongono, quanto piuttosto alla precisione meccanica che consente i rapporti di movimento e l'interazione fra gli elementi cospicui del congegno per intero. In oltre, anche la serratura a mappa singola (come la doppia mappa), può essere "armata" diaccorgimenti atti ad indurre in errore il manipolatore,tramite tacche "false" o "trappole" che imprigionano le leve durante le manovre di "decodifica" progressiva o le spostano dal proprio corretto alloggiamento.
La serratura "a doppia mappa vera", invece, è concepita per essere messa in funzione da una chiave munita di due mappe contrapposte e ben distinte fra loro, le cui cifrature, sulle rispettive alette, non presentano alcuna relazione o costante geometrica fra di esse. Le due alette lavorano contemporaneamente, ma su due gruppi di leve separati e indipendenti fra loro*. L'unica concomitanza è relegata al "momento di rotazione" della chiave, dove, una aletta lavora sul proprio pacco leve mentre l'altra fa la stessa cosa sul pacco contrapposto. Ovviamente, entrambe i gruppi di leve agiscono a favore di un unico meccanismo di chiusura, che vanno a liberare attraverso la combinazione imposta dalla chiave propria. Anche nella "doppia mappa vera" almeno un dente della chiave è deputato al trascinamento del carro mentre tutti gli altri concorrono a formare la combinazione corretta delle leve, al fine di consentire la loro "messa in fase" per l'apertura. La combinazione, anche in questo caso, è sostanzialmente una sola, se pure distribuita su due parti distinte della chiave, vincolate per forma a lavorare insieme e contemporaneamente. Il numero di leve può variare da un minimo - teorico - di due fino a - un più concreto - venti e oltre, ma è sempre suddiviso in due "pacchi" separati*. Il totale di combinazioni possibili in congegni di questo tipo è enormemente superiore a quello di ogni altro genere di serrature a leve, essendo che aumenta in modo esponenziale con l'aumentare delle posizioni (dentini) disponibili sulla chiave che, in questo caso, concorrono tutti simultaneamente a comporre una unica combinazione.
La serratura "a doppia mappa falsa", tanto per giustificarne l'aggettivo, presenta anch'essa una chiave con due alette contrapposte, in apparenza del tutto simili a quelle di una doppia mappa vera. A differenza di quest'ultima, però, le due cifrature sulle diverse alette sono strettamente correlate fra loro. Infatti, questa serratura porta un unico pacco di leve*, similmente a quello di una mappa singola, che però deve poter essere azionato dalla stessa chiave su entrambe i lati della serratura. Diciamo che la relazioni geometriche di simmetria e/o specularità, visibili ad una più attenta osservazione della chiave, nascono come risposta alle esigenze di una serratura per porta e non più solo per casseforti, cassette di sicurezza, scrigni, sportelli, armadi e similari… Cioè una serratura che deve poter essere aperta e chiusa dalla medesima chiave su entrambe i lati del battente: dentro e fuori. In altre parole si tratta proprio del tipo di serratura che più spesso ha preso posto nelle normali porte blindate di casa nostra. La doppia mappa falsa lavora con una sola mappa alla volta (spesso solo la metà di questa, ovvero un quarto dell'intera chiave), mentre l'altra ruota di conseguenza nel "vuoto"* verso il completamento del giro. Prima di poterlo completare incontra a sua volta il medesimo pacco di leve già sollecitato dalla prima mappa che, però, è predisposto per due combinazioni in qualche modo differenti e soprattutto sequenziali. Dunque, la seconda mappa posiziona il gruppo di leve nella seconda combinazione eseguendo, di fatto, una seconda mandata. Questa serratura, infatti, esegue due mandate per ogni giro completo, ovvero una ogni 180° di rotazione. Essa conta nel proprio congegno un numero leve mediamente variabile da 5 a 8 e un totale di mandate che può essere di due o quattro o, comunque, multiplo di due.
Nel corso della descrizione vi sarete accorti della presenza di alcuni "inevitabili" asterischi…
Inevitabili perché, volendo riassumere il tutto in pochi punti, giusto per semplificare e rendere più comprensibili le cose all'utente, ho dovuto sorvolare su molti dettagli che, in vero, proprio "dettagli" non sono… A luogo di "unica didascalia" per tutti quanti gli asterischi (altra sorvolata), aggiungo soltanto questo:
In alcune serrature a leve, anche e soprattutto fra quelle per porte, viene da tempo utilizzato un congegno che personalmente definisco "ibrido", fra la doppia mappa vera e quella falsa. Fra gli altri, uno dei motivi di questo impiego è quello diimplementare il livello di sicurezza nella serratura a doppia mappa per porta(normalmente falsa) approssimandolo il più possibile a quello di una doppia mappa vera. Questo in quanto, come già accennato, un congegno a doppia mappa vera non può essere adottato normalmente su una porta. Il meccanismo "ibrido" monta leve (sarà meglio chiamarle "lastre" a questo punto) non poi tanto nuove nel panorama storico, ma caratterizzate dal fatto che sono "chiuse" e munite di un doppio "ventre" (anziché singolo come nella doppia mappa falsa) sul quale la chiave può lavorare contemporaneamente con tutte e due le mappe. In questo particolare genere di congegni possiamo riscontare - pur non necessariamente - sia delle "costanti" fra i denti contrapposti della chiave che delle simmetrie speculari nelle due alette, simili a quelle rilevabili nelle chiavi delle serrature a doppia mappa falsa. Resta il fatto che, almeno in linea di principio e per motivi che non sto a descrivere in dettaglio, il congegno così strutturato è ben più complesso da manipolare rispetto a quello di una doppia mappa falsa, pur non potendo eguagliare il livello di una doppia mappa vera con chiave delle stesse dimensioni.
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